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LETTERA APERTA A VLADIMIR PUTIN

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Lettera Aperta a Vladimir Putin


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LETTERA APERTA A VLADIMIR PUTIN

DI LILLO MASSIMILIANO MUSSO

SEGRETARIO GENERALE DI FORZA DEL POPOLO

Illustrissimo Vladimir Putin,

Presidente della Federazione Russa,
Capo della Coalizione del Fronte Popolare Panrusso,

amico del popolo italiano;

amico dei popoli liberi;

amico di Cristo;

a nome di diverse migliaia di cittadini italiani,

Le esprimo grande preoccupazione per l’escalation di violenza verbale che si sta verificando in queste ore in Italia.

I suoi nemici qui in Italia sono anche i nostri. La denigrano, come denigrano noi. Non entrano mai nel merito di ogni questione, ma si accontentano di etichettare, bollare, scomunicare chiunque non si adegui alle loro illogiche logiche.

Draghi Mario, vile affarista al soldo dei più ignobili interessi transnazionali, non rappresenta il popolo italiano. Perciò, non consideri gli italiani nemici della Russia. Qui in Italia il popolo è ostaggio di un’élite mondiale che in ultimo ha usato l’emergenza pandemica per restringere le nostre libertà ed imporre un Governo fantoccio, esattamente come quello ucraino di Volodymyr Zelens’kyj.

Sappia che Draghi Mario non ha alcun seguito popolare, anzi, sta proprio in odio e in antipatia alla stragrande maggioranza dei cittadini italiani, nonostante la manipolazione mediatica che vorrebbe accreditarlo, senza riuscirci, quale eminente statista a servizio del nostro interesse nazionale.

Noi italiani non siamo in guerra contro la Russia e il signor Draghi Mario, denunciato dal sottoscritto per eversione dell’ordine democratico, né rappresenta il popolo, non avendone avuto alcun suffragio, né occupa legittimamente le nostre istituzioni democratiche, per averle scalate scavalcando l’ordinario processo democratico.

Noi siamo gli italiani della Costituzione entrata in vigore nel 1948 e conosciamo bene la storia passata e quella recente.

Per tale ragione, non siamo in difficoltà nel prendere una precisa posizione politica su quanto sta avvenendo e puntiamo il dito sul nostro Governo nazionale, caduto nelle mani di persone arroganti ed avide, vocate alla distruzione della nostra civiltà di diritto.

Il nostro posizionamento di campo è frutto di una preliminare concertazione di base avviata in questi giorni nelle principali compagini sociali italiane popolari, che hanno fatto emergere un dato che i media di regime nascondono: una percentuale significativa del popolo italiano non considera Vladimir Putin un dittatore, men che meno un nemico.

Ed è giusto, caro Presidente, che qualcuno dall’Italia glielo faccia sapere.

Conosciamo la storia recente e sappiamo come Zelens’kyj sia giunto al governo dell’Ucraina, passando dalle serie televisive alle vesti presidenziali. È una dinamica a noi nota in Italia; è avvenuto con Luigi Di Maio, passato dagli spalti degli stadi ai ministeri della Repubblica Italiana. Zelens’kyj, che si definisce indegnamente un “Servitore del Popolo” è un arrivista irresponsabile, un attore dall’ambizione smisurata che segue un copione folle e a fine infausto.

Di questi personaggi siamo pieni anche qui in Italia ma il conto alla rovescia per loro è già partito; presto risponderanno nei nostri tribunali per le loro corruzioni e per le loro malefatte in quella che noi qui abbiamo battezzato con il nome “La Nuova Norimberga” (https://www.lanuovanorimberga.it/).

Anche noi italiani riteniamo che la Sua richiesta di rendere l’Ucraina uno stato cuscinetto tra il blocco NATO e la Russia sia una soluzione ragionevole e di buon senso. Quanto più che in Italia, da anni, milioni di italiani chiediamo a gran voce il superamento della NATO, che non ha più alcuna ragione di esistere, se non per creare condizioni di guerra permanente, con il pericolo, ad ogni cambio di guardia negli Stati Uniti d’America, di una guerra nucleare.

Il problema vero, infatti, non è costituito dal popolo statunitense, bensì dal satanico deep state ivi annidato. Con Donald Trump, a conferma, non sono soffiati venti di guerra, mentre prima e dopo Trump è apparso evidente il tentativo di trascinare il mondo sull’orlo di una terza guerra mondiale al fine esclusivo di imporre un’agenda globale in grado di spazzare via ogni fede, ogni nazione, ogni cultura e di imporre, a coronamento del Nuovo Ordine Mondiale, il Grande Reset e l’inginocchiamento di ogni individuo davanti ad un altare che dissacra la vita umana. A contendersi l’egemonia non sono singole Nazioni bensì potentati economici transnazionali.

Ricordiamo bene quando nel 2014 vi fu il colpo di stato in Ucraina, orchestrato dal Premio Nobel per la Pace Barack Hussein Obama. Il suo vice-presidente era Joe Biden, all’epoca ministro degli esteri, oggi Presidente USA, mentre Hillary Clinton era ministro della difesa. L’intento era chiaro e dichiarato: stabilire il controllo del territorio nelle mani di nazisti e drogati per condurre l’Ucraina nel Patto Atlantico.

Ma qualcosa nei loro piani si inceppò con l’elezione di Donald Trump. Così i demoniaci Dem costruirono il Russiagate ed accusarono il Cremlino di avere falsato le elezioni presidenziali americane nella corsa del 2016 per la Casa Bianca.

Poi, con l’elezione di Joe Biden nel 2020, a seguito di discusse operazioni elettorali, giunsero le dichiarazioni inammissibili del neo-presidente che la definiva un assassino, un dittatore.

Già in quel momento capimmo qui in Italia che il deep state mondiale stesse puntando sulla Federazione Russa e sul suo Presidente Vladimir Putin, colpevole di rallentare i diabolici piani del loro Nuovo Ordine Mondiale.

Che le cose stessero per precipitare ce ne accorgemmo a giugno 2021 con l’approvazione del Membership Action Plan per l’ingresso nella NATO dell’Ucraina. Infine, giunse il voto del Parlamento ucraino a gennaio 2022 per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO.

Poco ancora mancava che ci saremmo ritrovati nella Terza Guerra Mondiale, al momento scongiurata grazie ad una tempestiva offensiva russa mirata soltanto ad obiettivi militari ucraini.

Il pronto intervento militare della Federazione Russa, sul piano del diritto internazionale e del nostro diritto interno, ha impedito ed impedisce a Draghi Mario, come ad ogni altro capo di governo degli Stati NATO, di chiedere al Parlamento una dichiarazione di stato di guerra.

Difatti, l’Ucraina non è legata all’Italia o alla NATO da alcun vincolo di mutuo soccorso, non essendo in atto alcuna alleanza di reciproca difesa.

Presidente, noi italiani ripudiamo la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali e siamo confortati su questa posizione dall’articolo 11 della nostra Costituzione.

Sappiamo bene che la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino, come sancito dall’articolo 52 della Costituzione italiana.

Ed è mio sacro dovere la difesa della mia Patria e del popolo italiano rispetto ad un coinvolgimento in un conflitto che non ci riguarda.

La ragione politica di questa lettera aperta è, pertanto, esprimerle la nostra neutralità militare rispetto alle fazioni in campo.

Per noi italiani, l‘ordinamento delle Forze armate deve informarsi allo spirito democratico della Repubblica, come sancito dalla nostra Costituzione; per tale ragione, eserciteremo ogni pressione politica, culturale e sociale sulle nostre forze armate per scongiurare interventi militari in danno della Russia. E faremo tutto ciò che è nelle nostre possibilità per dissuadere i nostri soldati, a partire dai più alti gradi, di partecipare ad una guerra non nostra.

Al nostro sacro dovere di difesa della Patria corrisponde il sacro diritto del popolo russo di difendersi rispetto a posizionamenti militari chiari e lampanti. Difatti, l’ingresso dell’Ucraina nella NATO comporterebbe l’estensione di armamenti a ridosso dei centri nevralgici della Federazione Russa e, ove fosse già avvenuto, avrebbe legittimato il Parlamento italiano ad esprimersi per la deliberazione dello stato di guerra contro la Russia in ossequio del Patto Atlantico.

La Sua mossa di anticipare un intervento militare a difesa della Russia ha privato ogni Stato aderente alla NATO del diritto, sul piano internazionale, di inserirsi nella vostra “guerra di vicinato”.

Malgrado la forte censura selettiva che le televisioni pubbliche e private in Italia portano avanti da anni, grazie al raro ma efficace giornalismo indipendente una grande fetta della popolazione italiana ha seguito la guerra civile in Donbass ed ha compreso la determinazione espressa dai moti separatisti, espressione della larga maggioranza della popolazione delle repubbliche di Donetsk e di Luhansk.

Non possiamo dimenticare le persecuzioni, le aggressioni, gli stupri e i bombardamenti condotti dall’esercito ucraino in quell’area, né la morte di migliaia di innocenti nel silenzio generale della comunità internazionale, per cui vi esprimiamo solidarietà e cordoglio.

In questi giorni, l’eversore Draghi Mario ha tuonato contro la Russia e contro il suo Presidente Vladimir Putin.

Le possiamo rassegnare la certezza che le parole di Draghi Mario avranno conseguenze in Italia e sarà un nostro affare interno la consegna dello stesso alle patrie galere per eversione del nostro ordine democratico anche con riferimento all’articolo 78 della Costituzione italiana che assegna in esclusiva al Parlamento sia il compito di deliberare lo stato di guerra sia di conferire al Governo i poteri necessari.

Draghi Mario pagherà il suo conto con la Giustizia italiana anche per questo, giusta la previsione di cui agli articoli 287 e 270 bis del codice penale italiano.

Per il diritto italiano, infatti, al Governo non è consentita la pianificazione di azioni militari in un contesto bellico attraverso una mera dichiarazione dello stato d’emergenza previsto dal cosiddetto “codice della protezione civile”.

Presidente, gli italiani siamo preoccupati perché abbiamo compreso la gravità di quanto sta succedendo. Memori di quanto accadde nel settembre del 1939, quando da una parte la Germania e dall’altra l’Unione Sovietica invasero la Polonia, spartendosela, Le chiediamo di rivolgere un messaggio al popolo italiano di amicizia, perché il messaggio che qui il deep state fa circolare è che Putin potrebbe bombardarci con l’atomica.

Noi italiani ci troviamo nel paradosso di essere involontari custodi di parte degli armamenti nucleari NATO pur avendo espresso con referendum nazionali una decisa contrarietà all’uso del nucleare per scopi civili.

Il voto contrario dell’Italia all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite rispetto al Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari è stato occasione di rinnovata tensione tra la posizione prevalente della società civile italiana e le decisioni dei rappresentanti di Governo, di anno in anno sempre più scollate dai bisogni, dalle istanze e dal sentire dei cittadini.

In Italia c’è un popolo sotto una tirannia. Se la prenda con il tiranno, che saremo lieti di consegnarle insieme a tutti i suoi complici, ma escluda in radice la possibilità di colpire il popolo italiano, vocato alla pace e alla cooperazione internazionale.

Con amicizia,

Italia, 28 febbraio 2022

Avv. Lillo Massimiliano Musso
Segretario Generale di Forza del Popolo

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